Category: Accessibilità

Sfide progettuali e flessibilità: una riflessione sul progettare accessibile

Sfide progettuali e flessibilità: una riflessione sul progettare accessibile

Dal corso “Progettare accessibile: dal cucchiaio alla città”

Nel corso Progettare accessibile: dal cucchiaio alla città, promosso dalla Fondazione Scuola dei Beni e delle Attività Culturali all’interno del programma Personeper – Accessibilità nei luoghi della cultura, il contributo di Francesco Rodighiero offre una lettura attuale e necessaria della progettazione inclusiva. La sua videolezione, “Sfide progettuali e flessibilità”, affronta uno dei nodi più complessi del design contemporaneo: come costruire spazi capaci di accogliere la diversità senza sacrificare identità, coerenza e qualità.

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Oltre il metodo, un modo di guardare il progetto

Il contributo di Rodighiero non propone un modello da imitare, ma una prospettiva. Alla base vi è l’idea che l’accessibilità non sia una somma di requisiti tecnici, ma un modo di interpretare la realtà dei luoghi culturali. La progettazione accessibile nasce dall’ascolto dei contesti e delle persone, dall’attenzione verso le fragilità – permanenti o temporanee – e dalla consapevolezza che ogni luogo pubblico è attraversato da esigenze diverse.

Il processo che egli descrive non viene divulgato nei suoi dettagli operativi, ma contestualizzato nel suo significato: dare forma a spazi che si lasciano interrogare e che restano aperti al cambiamento.

La flessibilità come orizzonte progettuale

Secondo Rodighiero, la flessibilità è una competenza del progetto, non una semplice caratteristica tecnica. Gli spazi culturali cambiano nel tempo: si trasformano le mostre, mutano i pubblici, si evolvono i linguaggi e i modi di abitare gli ambienti. L’architettura, per essere davvero inclusiva, deve prevedere queste variazioni e trasformarle in risorse.

Flessibilità non significa indecisione, ma capacità di mantenere continuità anche nel mutamento. È una forma di cura verso le diverse persone che vivono i luoghi della cultura.

Comunicare, orientare, accogliere

Una parte significativa della riflessione riguarda la comunicazione, intesa come infrastruttura culturale che affianca quella architettonica. Testi, simboli, segnaletica, visioni grafiche: tutto contribuisce a costruire l’esperienza del visitatore.

Analogamente, l’orientamento non è un gesto tecnico, ma un atto di responsabilità verso l’autonomia delle persone. Infine, la mediazione culturale e la formazione del personale emergono come elementi essenziali per trasformare lo spazio in un ambiente realmente accogliente.

Il valore della formazione

L’intervento di Rodighiero non chiude la discussione, ma la apre. La sua lezione invita alla formazione continua e alla capacità di leggere criticamente gli spazi della cultura come sistemi complessi, in cui accessibilità e qualità sono inseparabili.

Il processo Design for All come leva progettuale e strategica

Ogni progetto richiede una responsabilità progettuale capace di tradurre la complessità in scelte chiare, inclusive e durature. Il processo Design for All consente di orientare visioni, metodi e strumenti verso soluzioni realmente utili alle persone e ai luoghi.

Per chi desidera approfondire il nostro approccio e le consulenze dedicate, è possibile esplorare le nostre aree di intervento.

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Accessibilità culturale: barriere visibili e invisibili nei luoghi della cultura

Accessibilità culturale: barriere visibili e invisibili nei luoghi della cultura

Riflessioni a partire dal corso nazionale della Fondazione Scuola dei Beni e delle Attività Culturali

Accessibilità culturale - Rodighiero.design for All


L’accessibilità culturale come visione sistemica

L’accessibilità culturale non è un insieme di requisiti tecnici né un protocollo da applicare per adempiere a norme. È un processo culturale e organizzativo che riguarda l’intero ecosistema dei luoghi della cultura: spazi architettonici, modalità di fruizione, sistemi comunicativi, competenze professionali e relazioni tra persone.

Una trasformazione che richiede visione, consapevolezza e un approccio progettuale capace di abbracciare la complessità della diversità umana.

Questa prospettiva è al centro del corso nazionale “Accessibilità culturale: principi e pratiche”, promosso dalla Fondazione Scuola dei Beni e delle Attività Culturali all’interno del programma Personeper – Accessibilità nei luoghi della cultura.

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All’interno di questo percorso formativo, Francesco Rodighiero, insieme ad Antonella Agnoli, ha curato la lezione “Le barriere visibili e invisibili: comprendere il contesto per definire le soluzioni”, un modulo che indaga in profondità gli ostacoli – tangibili e intangibili – che condizionano la piena esperienza dei luoghi della cultura.


Riconoscere le barriere oltre l’evidenza

Nell’immaginario collettivo, musei, archivi e biblioteche sono percepiti come luoghi naturalmente aperti a tutti. In realtà, la loro accessibilità è spesso limitata da una costellazione di barriere che interferiscono con la fruizione, l’orientamento, la comprensione e il senso di appartenenza delle persone.

Le barriere fisiche costituiscono il primo livello di ostacolo: gradini, rampe insufficienti, ascensori non adeguati, passaggi stretti, percorsi interni frammentati. Non riguardano solo le persone con disabilità motorie: condizionano anche chi vive temporaneamente una fragilità, come genitori con passeggini, persone anziane o visitatori con mobilità ridotta.

A queste si aggiungono le barriere percettive e sensoriali: sistemi di orientamento che non guidano, illuminazione insufficiente, testi poco leggibili, ambienti acusticamente problematici. Sono difficoltà che incidono sull’esperienza di chiunque, non solo su persone con ipo- o ipersensibilità.

Le barriere tecnologiche rappresentano infine una dimensione sempre più rilevante. QR code, interfacce digitali non accessibili, contenuti non compatibili con le tecnologie assistive e l’assenza di alfabetizzazione digitale generano nuove forme di esclusione invisibile.

Sebbene evidenti, queste barriere vengono spesso affrontate in modo frammentato, senza una strategia complessiva. L’accessibilità culturale, invece, richiede un progetto unitario orientato alla persona.

La soglia simbolica dei luoghi della cultura

Molti ostacoli sono meno tangibili ma altrettanto incisivi. I luoghi della cultura custodiscono infatti una soglia simbolicache può trasmettere distanza o senso di inadeguatezza.

I linguaggi utilizzati nei pannelli, la complessità delle narrazioni, gli apparati informativi progettati per un pubblico colto o specialista, i layout delle sale che suggeriscono chi appartiene a quel luogo e chi no: tutti questi elementi concorrono a definire una barriera culturale difficile da scalfire.

Si tratta di dinamiche sottili ma decisive. Possono trasformare un museo in un luogo percepito come elitario, o una biblioteca in uno spazio che “non è per me”, nonostante la sua missione pubblica.

Il programma generale del percorso Personeper approfondisce questi temi: https://www.fondazionescuolapatrimonio.it/offerta-formativa/personeper-accessibilita-luoghi-cultura/

Le barriere organizzative: ciò che non si vede

Una parte significativa della lezione affronta le barriere sistemiche, ovvero gli ostacoli invisibili generati da scelte organizzative e gestionali.

Orari limitati o incompatibili con la vita quotidiana, scarsità di servizi flessibili, assenza di figure dedicate alla mediazione culturale, personale non adeguatamente formato sull’accoglienza inclusiva, disallineamento tra comunicazione online e realtà in presenza: sono fattori che influenzano profondamente l’esperienza del visitatore.

L’accessibilità culturale non dipende solo da spazi e tecnologie, ma dalla qualità dei processi che regolano la vita di una istituzione culturale.

Giustizia sociale e barriere economiche

L’accessibilità è anche una questione di risorse. Il costo dei trasporti, dei servizi educativi, delle attività laboratoriali o delle tecnologie può costituire un ostacolo significativo per molti cittadini.

Progettare in modo inclusivo significa interrogarsi sulla sostenibilità economica delle esperienze culturali e immaginare modelli di fruizione equi e accessibili.

L’equità non è un principio astratto: è un elemento concreto di progettazione che determina chi potrà – e chi non potrà – accedere alla cultura.

Le barriere relazionali: la dimensione più fragile

Le barriere più sottili, ma forse più determinanti, sono quelle relazionali.

L’assenza di ascolto, la difficoltà nel costruire fiducia, il senso di solitudine, la mancanza di un supporto umano nei momenti critici sono tutti elementi che influenzano in modo decisivo l’accesso alla cultura.

La relazione è una componente essenziale del progetto culturale. Senza relazioni, nessun luogo è veramente accessibile.

Investire nella qualità dell’accoglienza, nella mediazione culturale e nella costruzione di comunità significa creare condizioni reali di partecipazione.

Spazi che si trasformano: appropriazione, flessibilità e vita quotidiana

Gli esempi di biblioteche europee analizzati durante la lezione – da Copenaghen a Barcellona, da Oslo a Whitechapel – mostrano come gli spazi culturali più inclusivi siano quelli capaci di adattarsi, trasformarsi e accogliere modalità differenti di presenza.

Luoghi che permettono alle persone di sostare, studiare, incontrarsi, osservare, partecipare, riposare.

Spazi che non impongono una postura o un comportamento, ma offrono libertà d’uso e possibilità di appropriazione. La flessibilità architettonica e funzionale diventa così uno strumento fondamentale per accogliere la diversità umana.

L’accessibilità come occasione di rigenerazione culturale

Concepire l’accessibilità culturale come principio progettuale significa riconoscerla come opportunità di rigenerazione.

È un investimento strategico che permette di ripensare servizi, modelli organizzativi e forme di accoglienza, ampliando la partecipazione e valorizzando la pluralità dei pubblici.

L’accessibilità non è un vincolo burocratico, ma una condizione che arricchisce i luoghi della cultura, ne rafforza la missione pubblica e li rende nodi vitali delle comunità contemporanee.

Il dividendo dell’inclusione: i benefici economici del Design for All

Il dividendo dell’inclusione: i benefici economici del Design for All

ROI accessibilità e business case: come il Design for All genera crescita misurabile

 

Il Design for All genera un dividendo economico che si manifesta in quattro aree: crescita dei ricavi (più utenti raggiungibili, maggiori conversioni), riduzione dei costi (minori spese di manutenzione, assistenza e contenzioso), vantaggio competitivo (reputazione, brand preference, accesso a mercati regolati) e resilienza di lungo periodo (adattabilità demografica e tecnologica). Evidenze europee e internazionali dimostrano che: (I) l’UE sta invecchiando (≥65 anni al 21,6% al 1° gennaio 2024) e la quota di persone con limitazioni funzionali è nell’ordine del 24–27% degli adulti — un mercato enorme e in crescita; (II) sul digitale, la non accessibilità resta diffusa (94,8% delle homepage con errori WCAG nel 2025), quindi l’adozione sistematica dell’accessibilità offre spazio competitivo; (III) case study consolidati (es. Legal & General nel Regno Unito) documentano ROI in 12 mesi con riduzioni di costo fino al 66%; (IV) nell’ambiente costruito, il costo marginale dell’accessibilità integrata da subito può essere <1–2%, mentre il retrofit costa molto di più.       

Perché adesso: la domanda latente e i driver macroeconomici

L’Europa è già un mercato inclusive by necessity: il 21,6% della popolazione UE aveva 65+ anni al 1/1/2024(Eurostat), e in Italia la quota è tra le più alte in assoluto. Contestualmente, oltre 101 milioni di adulti europei (≈27% over-16) presentano una forma di disabilità o limitazione (Consiglio UE / Eurostat), mentre l’OMS stima circa 135 milioni di persone con disabilità nella Regione Europea.

Un’offerta progettuale non inclusiva rinuncia de facto a una fetta consistente di domanda e di spesa, lasciando scoperte opportunità che solo un approccio Design for All può intercettare.

INDICATORE


Popolazione UE 65+ (2024)
Adulti UE con disabilità (2023)
Persone con disabilità EU
Siti con errori WCAG (2025)

VALORE


21,6%
27% (~101 mln)
~135 mln
94,8%

FONTE


Eurostat
Consiglio UE / Eurostat
OMS Europa
WebAIM Million 2025

Questi trend creano un evidente vantaggio first-mover: chi adotta metodicamente il Design for All (o altri approcci come Universal Design o Inclusive Design) oggi può intercettare una domanda reale e crescente, mentre la maggioranza dei competitor — ancora in ritardo — resta scoperta e vulnerabile.

Il conto economico del digitale: ricavi, costi e rischio

Sul web, l’inaccessibilità costa. Il report “Click-Away Pound” (UK) ha mostrato perdite miliardarie dovute all’abbandono dei carrelli da parte di utenti con disabilità; le stime più citate parlano di £17,1 miliardi di mancati ricavi (2019). Parallelamente, la cosiddetta Purple Pound (spesa dei nuclei con almeno una persona con disabilità) è stimata a ~£274 miliardi/anno nel Regno Unito.

L’implicazione per ecommerce e servizi digitali è immediata: ogni barriera diventa churn, ovvero perdita di clienti e di fatturato.

Case study: Legal & General (UK) ha registrato, dopo un redesign accessibile, +50% di traffico organico, raddoppio delle richieste di preventivo in 3 mesi, −66% nei costi di manutenzione e ROI 100% in 12 mesi. Questa evidenza — pur storica — resta una pietra miliare metodologica: l’accessibilità, integrata nell’architettura informativa e nel CMS, riduce complessità e costi ricorrenti, oltre a migliorare ranking e conversioni.

La cornice metodologica è consolidata nel Business Case for Digital Accessibility del W3C (WAI): i benefici tangibili (ricavi, costi, produttività) e intangibili (brand, rischio) derivano dall’inclusione by design. I più recenti Accessibility Maturity Models (2024) aiutano a portare l’accessibilità in governance anziché relegarla a “bugfix” di fine processo.

Nota strategica UE: l’European Accessibility Act (EAA) armonizza i requisiti su prodotti e servizi (compresi e-commerce e mobile), riducendo i costi di frammentazione e aprendo il mercato transfrontaliero. È un driver economico, non solo normativo.

Prodotto fisico e packaging: quando “inclusivo” vuol dire “premium”

Il Design for All espande il mercato e consente premium pricing quando risolve problemi reali meglio dei competitor. Il caso OXO Good Grips è canonico: un’impugnatura ergonomica nata da un’esigenza “estrema” (artrite) che ha conquistato l’utenza mainstream, costruendo un portafoglio prodotti e un brand a prova di tempo. Nella FMCG/beauty, P&G (Olay) e Unilever hanno introdotto packaging accessibili (coperchi easy-open, etichette ad alto contrasto, Braille, codici NaviLens), con riconoscimenti industriali e scala progressiva sul portafoglio. Il punto, qui, è la frizione d’uso: ogni micro-barriera rimossa (aprire, dosare, leggere) incrementa trial, riacquisto e fedeltà, migliorando NPS.

Negli ultimi anni si moltiplicano gli esempi di prodotti accessibili by design, dove l’innovazione non riguarda solo l’involucro ma la funzionalità intrinseca:

  • Arredo e bagni accessibili: soluzioni come lavabi regolabili in altezza o sedute integrate, nati dall’analisi ergonomica, diventano elementi di design desiderabili anche per utenza senza disabilità, grazie a maggiore comfort e sicurezza.

  • Tecnologie e dispositivi elettronici: dagli smartphone con funzioni di accessibilità nativa (voiceover, haptic feedback, comandi vocali) fino ai sistemi domotici che integrano controllo vocale e interfacce multisensoriali.

  • Mobilità personale: il successo di carrozzine leggere in fibra di carbonio o di ausili multifunzionali (es. scooter pieghevoli e smart wheelchairs) mostra come la domanda di prodotto inclusivo si traduca in innovazione di segmento e nuovi mercati globali.

Insight di mercato: il World Economic Forum sintetizza bene il vantaggio competitivo dell’accessibilità di prodotto — nuovi ricavi, soddisfazione clienti e reputazione — come logica di business oltre l’adempimento.

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Architettura e luoghi della cultura: CAPEX marginale, valore pieno

Nell’architettura, il luogo comune “l’accessibilità costa troppo” non regge: studi recenti indicano che, se integrata fin dalle prime fasi, l’accessibilità aggiunge <1–2% al costo di costruzione, mentre in retrofit il delta può salire dal 10% al 20% (o oltre, a seconda dei vincoli). Una ricerca peer-reviewed del 2023 ha trovato un premio medio ≈1,8% per edifici pubblici fully accessible (studio su ScienceDirect). La World Bank arriva a stime <1% in generale, mentre la letteratura storica conferma incrementi trascurabili sulle nuove costruzioni.

La morale economica è chiara: integrare presto massimizza il valore attualizzato netto — meno extracosti, meno varianti, più utenze servite.

Nei luoghi della cultura e nel turismo culturale, la Purple Pound si riflette direttamente nei flussi economici: in Inghilterra (12 mesi a giugno 2023), i viaggiatori con disabilità e i loro compagni hanno generato il 24% della spesa dei pernottamenti domestici e il 18% della spesa per visite giornaliere. Una quota significativa, capace di spostare il P&L di istituzioni e destinazioni che investono in esperienze accessibili.

Come si misura il ROI del Design for All (framework operativo)

Per convincere un board o un CFO, non bastano dichiarazioni di principio: serve un modello di misurazione coerente con il ciclo di vita di un prodotto o servizio. Il ROI del Design for All si articola in cinque dimensioni principali, che combinano dati quantitativi e benefici qualitativi.

Ricavi (top line)

L’accessibilità amplia il mercato, includendo persone che prima erano escluse. Questo significa reach incrementale: più utenti, più sessioni, più biglietti venduti. In digitale, l’effetto si traduce in conversion rate uplift, cioè un aumento percentuale delle azioni completate (acquisti, iscrizioni, donazioni) quando l’interfaccia è resa chiara e utilizzabile da tutti (contrasto, etichette, moduli semplici). Nei musei o nel retail fisico, la correlazione è diretta: una didascalia leggibile o un percorso privo di ostacoli aumentano il tempo di permanenza e il valore medio della visita.

Costi (bottom line)

Un sito o un servizio accessibile non solo genera più entrate, ma costa meno nel medio-lungo periodo. Questo accade perché la manutenzione tecnica diventa più semplice: una struttura ordinata e conforme agli standard è più facile da aggiornare, con risparmi documentati fino al 66% (L&G). Anche il customer care si alleggerisce: meno barriere significa meno chiamate di utenti bloccati, meno ticket di supporto. Infine, la progettazione accessibile evita i costi di retrofit: aggiungere rampe, sottotitoli o funzioni accessibili dopo è sempre molto più oneroso (1–2% se previsto upfront, fino al 20% se corretto a posteriori).

Rischio (cost of risk)

Non investire in accessibilità oggi significa esporsi a rischi concreti. Dal 28 giugno 2025, con l’entrata in vigore dell’European Accessibility Act (EAA), un prodotto o servizio non conforme potrà subire sanzioni o essere escluso da mercati e gare transfrontaliere. Oltre al rischio legale, c’è quello reputazionale: studi come il WebAIM Million mostrano come la maggior parte dei competitor sia ancora indietro. Chi si muove in anticipo guadagna fiducia e visibilità, soprattutto nei settori pubblici, culturali e finanziari.

Produttività (people & process)

Integrare il Design for All nei processi interni rende più efficiente il lavoro dei team. Un design system accessibile, con regole e componenti già inclusivi, riduce le rilavorazioni e abbrevia i tempi di consegna. I modelli di maturità del W3C mostrano come le organizzazioni che portano l’accessibilità “a monte” del processo di design e sviluppo riducano colli di bottiglia e tempi morti.

Valore a vita del cliente (LTV)

Infine, c’è la dimensione della fidelizzazione. Un prodotto che può essere usato da più persone, in più contesti e senza sforzo, genera retention: il cliente resta, consiglia, riacquista. Nel mondo FMCG, P&G (Olay) e Unilever hanno mostrato come packaging inclusivi migliorino la fedeltà del brand e l’NPS, a beneficio di tutti, non solo delle persone con disabilità.

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FAQ (Frequently Asked Questions)

1. In che modo il Design for All migliora l’innovazione di prodotto?

L’accessibilità di prodotto non è solo un vantaggio etico: è un’occasione di innovazione. Il World Economic Forum ha rilevato che includere utenti con disabilità come tester arricchisce il design, portando a soluzioni nuove per tutti. Prodotti come arredi regolabili o dispositivi smart vocali nascono proprio da questa co-progettazione inclusiva.

2. Come l’accessibilità nei luoghi culturali genera profitto?

Negli spazi culturali accessibili, il ritorno economico è tangibile: a livello turistico, la spesa generata dai visitatori con disabilità e chi li accompagna rappresenta fino al 24% dei pernottamenti in UK. Questo peso sul P&L sposta l’equilibrio verso musei e istituzioni accessibili.

3. Che impatto ha sui costi operativi implementare accessibilità nel prodotto fisico?

Progettare accessibile da subito evita rilavorazioni molto costose. Studi internazionali mostrano che correggere un errore in fase avanzata può costare da 6 fino a 100 volte di più rispetto a risolverlo in concept. Lo stesso accade nei prodotti fisici: un lavabo o un museo non progettati accessibili richiedono modifiche strutturali onerose, mentre l’inclusione a monte pesa in media <2% del costo iniziale.

4. L’accessibilità genera reputazione?

Assolutamente sì. L’analisi di brand e marketing del State of Digital Accessibility Report mostra che i consumatori premiano brand inclusivi: circa 70% comprano da aziende equilibrate, e quasi 45% sono disposti a pagare di più per brand che promuovono inclusione.

5. Esiste una dimensione di mercato B2B influenzata dall’accessibilità?

Sì. Nel business procurement, il 73% dei decision-maker B2B considera l’accessibilità un requisito per l’acquisto di prodotti digitali. Questo significa che senza accessibilità, perdi opportunità strategiche di collaborazione e commesse.

6. Quanto vale il mercato europeo del software per l’accessibilità?

Il mercato europeo del software per l’accessibilità digitale ha raggiunto USD 175,8 milioni nel 2023 ed è previsto crescere fino a USD 305,6 milioni entro il 2030, con un CAGR dell’8,2%.

7. Serve una persona specializzata in accessibilità e inclusione nel team di progetto?

Sì. Una figura dedicata (anche part-time) assicura coerenza e qualità: presidia gli standard, coordina il team, riduce rilavorazioni e garantisce continuità nel tempo. Senza questo ruolo l’accessibilità resta frammentaria e poco efficace.

Musei accessibili e Design for All: verso una nuova alleanza tra cultura, persone e progetto

Musei accessibili e Design for All: verso una nuova alleanza tra cultura, persone e progetto

 

Ripensare il museo: l’accessibilità come paradigma culturale

L’accessibilità museale non può più essere intesa come mera eliminazione di ostacoli fisici o adeguamento a normative. Essa rappresenta oggi una delle sfide epistemologiche più urgenti della progettazione culturale contemporanea. In questo contesto, il Design for All offre non solo un metodo, ma una nuova visione: progettare a partire dalla diversità, assumendo la pluralità dei visitatori come valore generativo e non come eccezione da gestire.

Negli ultimi anni, le istituzioni museali europee hanno progressivamente ampliato la propria comprensione dell’accessibilità, includendo aspetti sensoriali, cognitivi, sociali e relazionali. Tuttavia, i modelli in uso restano spesso frammentari, orientati all’intervento tecnico e privi di una struttura metodologica trasferibile.

L’esperienza che cambierà il panorama italiano

Proprio per colmare questo vuoto, entro il 2025 entrerà nel nostro portfolio un’esperienza che ridefinisce radicalmente il modo in cui si affronta l’accessibilità nei musei. Un progetto sistemico, sviluppato insieme a 12 musei italiani, che ha coinvolto oltre 200 persone, inclusi utenti finali con disabilità, esperti di accessibilità, operatori culturali e decisori pubblici.

Questa iniziativa, condotta secondo una metodologia rigorosa articolata in sei fasi, ha prodotto risultati inediti su scala nazionale ed europea: raccolta strutturata dei bisogni, definizione condivisa delle priorità, elaborazione di soluzioni meta-progettuali, sviluppo di linee guida operative, generazione di concept espositivi accessibili e validazione tramite strumenti di valutazione.

Cosa abbiamo imparato: dal co-design alla governance inclusiva

L’insegnamento più profondo di questa esperienza risiede nella consapevolezza che l’accessibilità non è una soluzione, ma un processo. Un processo che parte dall’ascolto reale delle persone, attraversa la ricerca etnografica e si formalizza in dispositivi concreti che trasformano ogni fase del sistema museale: dalla comunicazione pre-visita alla fruizione in sala, fino alla formazione del personale e alla revisione delle pratiche gestionali.

Abbiamo compreso che non esiste accessibilità se non è accompagnata da un cambiamento organizzativo. L’accessibilità non è il prodotto finale di un progetto, ma una sua matrice generativa. È un criterio che attraversa lo spazio, il tempo, il linguaggio e la relazione con il pubblico. È governance. È cultura.

Verso il museo come piattaforma inclusiva

Il museo accessibile, nella sua accezione più evoluta, si configura come piattaforma culturale adattiva, capace di generare relazioni e significati anche per coloro che storicamente sono stati esclusi dai circuiti della fruizione. Il Design for All, in questo quadro, si dimostra l’approccio più avanzato per trasformare l’inclusione in un dispositivo progettuale, operativo e comunicativo.

  • Nel nostro lavoro, abbiamo sperimentato soluzioni che vanno ben oltre la norma:
  • modelli di co-design progressivo con utenze diversificate;
  • interfacce narrative multimodali adattate al profilo sensoriale e cognitivo dei visitatori;
  • format espositivi flessibili, in grado di evolversi nel tempo in base al feedback raccolto;
  • indicatori qualitativi e quantitativi per il monitoraggio dell’accessibilità percepita;
  • strategie di comunicazione crossmediale progettate per essere pienamente fruibili anche in fase di pre-visita.

Una sfida sistemica: il tempo dell’accessibilità è adesso

Con l’imminente entrata in vigore del European Accessibility Act, le istituzioni culturali sono chiamate a compiere una scelta: limitarsi all’adeguamento minimo o trasformare l’accessibilità in leva strategica. Il nostro studio, attraverso anni di ricerca e progetti pionieristici, è oggi in grado di offrire una visione e un metodo che coniugano rigore scientifico, empatia progettuale e fattibilità operativa.

Per chi desidera approfondire il nostro approccio: Processo Design for All.

 

Riferimenti e risorse utili:

Design for All Italia: un nuovo spazio nel nostro portfolio

Nel nostro portfolio si apre una nuova sezione dedicata ai progetti sviluppati in collaborazione con l’associazione Design for All Italia. Una pagina che raccoglie esperienze concrete, nate da un processo strutturato e orientato all’impatto: quello dell’accessible design guidato dal processo.

Negli ultimi anni il nostro studio ha partecipato a iniziative progettuali che pongono l’accessibilità come leva strategica per innovare. I case study raccolti in questa sezione rappresentano esempi concreti di come il Design for All possa tradursi in soluzioni funzionali, intelligenti e trasferibili.

Tra questi progetti troviamo sistemi tecnologici, spazi retail in cui l’esperienza utente è stata ripensata a partire da bisogni reali, evidenze d’uso e osservazioni sul campo. Il nostro contributo ha spaziato dalla user research ai test di usabilità, dai workshop di co-design alla validazione di soluzioni accessibili.

Tra gli obiettivi chiave vi è stato quello di garantire la comprensibilità e il comfort nell’interazione con nuove tecnologie, evitando che l’innovazione si trasformi in una barriera. Sistemi di self-checkout, dispositivi intelligenti, interfacce multisensoriali e ambienti cashless sono stati analizzati in profondità, con il coinvolgimento diretto di utenti con profili differenti per età, abilità e familiarità digitale.

La nuova pagina è accessibile a questo link. Contiene una panoramica dei contesti progettuali, una sintesi delle attività svolte e i benefici generati da ciascun intervento. È uno spazio che documenta un processo: l’accessible design come approccio evidence-based, capace di generare valore misurabile per le imprese e migliorare l’esperienza di tutte le persone.

Per chi desidera approfondire il valore e la varietà dell’approccio Design for All, consigliamo di consultare anche i case history pubblicati da Design for All Italia. Una raccolta di esperienza, contesti e soluzioni che dimostra come  si possa generare impatto reale in settori diversi, dal retail ai luoghi della cultura, dalla tecnologia ai servizi.

Vedi il nostro processo di lavoro

Francesco Rodighiero ospite su Rai Radio 3: il Design for All al centro del dibattito culturale

Francesco Rodighiero ospite su Rai Radio 3: il Design for All al centro del dibattito culturale

All’interno della trasmissione “A3 – Il formato dell’arte”, in onda su Rai Radio 3, Francesco Rodighiero ha condiviso riflessioni e esperienze sul ruolo dell’accessibilità nella cultura progettuale contemporanea. Il programma, che si distingue per l’approccio trasversale ai linguaggi dell’arte, dell’architettura e del design, ha aperto un confronto critico sul valore dell’inclusione nei processi creativi e produttivi.

Durante l’intervista, Rodighiero ha illustrato l’approccio metodologico del suo studio e dell’associazione che presiede, con particolare attenzione a un modello progettuale che supera le convenzioni del design tradizionale. Un modello che parte dall’ascolto reale degli utenti e integra strumenti di analisi e raccolta dati, con l’obiettivo di rispondere in modo concreto alle esigenze di una popolazione sempre più eterogenea. Non si tratta solo di soddisfare i requisiti normativi, ma di generare valore a lungo termine attraverso spazi e oggetti fruibili da tutti.

Tra i casi di studio presentati, ha suscitato particolare interesse la collaborazione con Bticino per la progettazione di una nuova unità citofonica esterna. L’intervento ha riguardato l’interfaccia utente e la prioritizzazione dei contenuti visivi e tattili, in modo da garantire accessibilità anche ad anziani e persone con disabilità sensoriali. Questo lavoro ha contribuito al riconoscimento del prodotto con l’iF Design Award 2025, sottolineando l’efficacia di un metodo inclusivo fondato sull’esperienza concreta.

Rodighiero ha anche offerto una riflessione critica sulla Milano Design Week, evidenziando quanto i grandi eventi del settore continuino a privilegiare un’estetica esclusiva, raramente attenta alla diversità degli utenti. Tuttavia, ha rilevato segnali di apertura e una crescente attenzione verso una progettazione più responsabile e consapevole, capace di andare oltre le tendenze e di rispondere a bisogni autentici e trasversali.

La puntata conferma l’urgenza di promuovere una nuova cultura del progetto che metta al centro l’accessibilità, intesa non come vincolo, ma come risorsa di innovazione e coesione sociale. In linea con la visione di Rodighiero.Design for All, l’obiettivo è contribuire a un cambiamento sistemico che favorisca ambienti inclusivi, funzionali e condivisi, capaci di migliorare la qualità della vita quotidiana e generare valore culturale duraturo.

Vedi il nostro processo di lavoro

Architettura accessibile: innovazione e inclusione negli spazi pubblici e privati

Architettura accessibile: innovazione e inclusività negli spazi pubblici e privati

Verso un ambiente costruito senza barriere

Nel panorama dell’architettura contemporanea, il concetto di architettura accessibile è sempre più centrale, rispondendo alla necessità di progettare spazi inclusivi e fruibili da tutti. La crescente attenzione verso la progettazione universale e il Design for All ha portato a un’evoluzione significativa nel modo di concepire edifici e ambienti, eliminando progressivamente le barriere architettoniche e promuovendo soluzioni innovative per una mobilità senza ostacoli.

vedi rodighiero.design

Principi fondamentali dell’architettura accessibile

Un approccio progettuale per un’utenza diversificata

Dal 2007, il nostro studio ha maturato un’esperienza consolidata nella progettazione di spazi accessibili, sviluppando soluzioni su misura per edifici pubblici e privati. L’architettura accessibile che realizziamo si basa su una serie di principi cardine che garantiscono un ambiente costruito adatto a una vasta gamma di utenti:

  • Progettazione universale: creazione di spazi utilizzabili da tutti, indipendentemente dalle loro capacità fisiche o cognitive.

  • Eliminazione delle barriere architettoniche: rimozione di ostacoli strutturali che limitano la mobilità e l’autonomia.

  • Integrazione dell’ergonomia negli spazi pubblici e privati: progettazione che migliora il comfort e la sicurezza di tutti gli utenti.

  • Uso di materiali e tecnologie innovative: soluzioni avanzate per garantire accessibilità senza compromettere estetica e funzionalità.

  • Flessibilità d’uso: progettazione di ambienti capaci di adattarsi a diverse esigenze, favorendo l’autonomia di tutti gli utenti.

  • Chiarezza e percezione: uso di segnaletica efficace, contrasti visivi adeguati e illuminazione studiata per facilitare l’orientamento.

Dall’accessibilità all’inclusività

Oltre le normative: una visione proattiva della progettazione architettonica

Non si tratta solo di conformarsi a normative esistenti, ma di adottare un approccio proattivo capace di anticipare le esigenze degli utenti e migliorare la qualità della vita. Il Design for All rappresenta una metodologia progettuale che non considera l’accessibilità come un vincolo, bensì come un’opportunità per realizzare ambienti più funzionali, accoglienti e armoniosi.

L’inclusività negli spazi architettonici non riguarda solo le persone con disabilità motorie, ma anche anziani, bambini, persone con difficoltà sensoriali e chiunque possa beneficiare di un ambiente più intuitivo e accogliente. Nel nostro lavoro, creiamo edifici con percorsi fluidi, spazi modulabili e tecnologie integrate, non solo per garantire l’accessibilità, ma per sviluppare una nuova estetica capace di valorizzare il concetto di equità nell’abitare.

Vedi il nostro processo di lavoro

Applicazioni pratiche e innovazioni tecnologiche

Esempi concreti di progettazione inclusiva

L’architettura accessibile trova applicazione in diversi ambiti, e nei nostri progetti ci occupiamo di:

  • Edifici pubblici e privati progettati con percorsi senza ostacoli, ingressi facilitati e segnaletica accessibile.

  • Spazi interni inclusivi che favoriscono la mobilità e l’ergonomia, come cucine accessibili, bagni adattabili e arredi modulari.

  • Tecnologie assistive integrate nelle costruzioni per migliorare l’accessibilità di persone con disabilità motorie e sensoriali.

  • Sistemi di smart building che consentono il controllo automatizzato di illuminazione, porte e dispositivi per facilitare l’autonomia.

  • Uso della natura come strumento di inclusione: progettare spazi verdi e aree pubbliche con percorsi accessibili, aree tattili e zone di riposo per garantire benessere psicofisico a tutti.

Attraverso ogni progetto, il nostro obiettivo è coniugare accessibilità e valore estetico, ponendo al centro le esigenze delle persone e sviluppando soluzioni che migliorano la qualità della vita.

Accessibilità e innovazione: ripensare l’architettura del futuro

Il futuro dell’architettura: progettare per tutti

l progresso nell’architettura accessibile non si misura solo nell’eliminazione di ostacoli fisici, ma nella creazione di ambienti realmente inclusivi. La progettazione universale, l’abbattimento delle barriere architettoniche, l’uso intelligente di tecnologie innovative e l’integrazione del Design for All rappresentano la strada per un futuro più equo e sostenibile.

Dal 2007, il nostro studio ha progettato spazi che mettono l’accessibilità al centro, dimostrando che architettura e inclusione possono coesistere armoniosamente. Progettare senza barriere non è solo un obbligo etico, ma una straordinaria opportunità per migliorare il benessere collettivo e creare una società più equa e consapevole.

Accessibilità e Design Inclusivo: come innovare nel Product Design

Accessibilità e Design Inclusivo:
come innovare nel Product Design

Strategie e approcci per una progettazione accessibile

Nel panorama contemporaneo del design, l’accessibilità non rappresenta più una semplice opzione progettuale, bensì un imperativo etico e metodologico. Il Product Design inclusivo si configura come un paradigma imprescindibile per la creazione di prodotti concepiti per una fruizione universale, eliminando barriere fisiche, cognitive e sensoriali. L’innovazione tecnologica e metodologica gioca un ruolo cardinale nel garantire una progettazione che contempli la diversità umana come valore intrinseco e non come vincolo.

Servizi design for All

Il valore del design inclusivo

Integrare accessibilità e innovazione per un prodotto più efficace

Un prodotto ben progettato deve rispondere a criteri di ergonomia, intuitività e usabilità senza richiedere adattamenti ex post. Ciò implica un processo progettuale che integri sinergicamente accessibilità e design, prevenendo l’insorgenza di ostacoli e garantendo un’interazione fluida e immediata. L’approccio inclusivo amplia il mercato di riferimento e accresce il valore percepito dell’oggetto, favorendo la fidelizzazione degli utenti e l’affermazione di un linguaggio progettuale innovativo e trasversale.

Principi e strategie di un Product Design accessibile

Elementi chiave per una progettazione inclusiva e funzionale

L’innovazione nel design accessibile si fonda su alcuni assi portanti:

  • Ergonomia avanzata e adattiva: studio morfologico e funzionale finalizzato a minimizzare l’affaticamento e massimizzare l’efficienza d’uso.
  • Usabilità multi-sensoriale: sviluppo di soluzioni progettuali che garantiscano un’interazione naturale e immediata, indipendentemente dalle competenze dell’utente.
  • Integrazione di tecnologie assistive e materiali intelligenti: impiego di soluzioni d’avanguardia per migliorare la fruibilità senza compromessi estetici o strutturali.

Applicazioni del design inclusivo nei nostri progetti

Esperienze concrete e risultati ottenuti

All’interno delle esperienze progettuali maturate da Rodighiero.Design for All, l’accessibilità si configura come principio fondante. Attraverso un’attenta ricerca sui materiali, sull’ergonomia e sulle interfacce, ogni prodotto viene sviluppato per rispondere a criteri di usabilità avanzata, coniugando estetica e funzionalità in un equilibrio armonico. La nostra esperienza consolidata ci ha permesso di sviluppare prodotti che hanno ottenuto riconoscimenti dal pubblico, confermando la validità del nostro approccio.

Grazie al processo di progettazione Design for All, caratterizzato da una metodologia iterativa e centrata sull’utente, abbiamo sviluppato una forte empatia progettuale, elemento essenziale per la creazione di soluzioni accessibili ed efficaci. L’empatia è infatti un fattore determinante nella comprensione delle reali esigenze degli utenti e nella traduzione di tali necessità in innovazioni concrete e funzionali.

Nel nostro approccio progettuale, ci poniamo costantemente domande fondamentali che ogni azienda dovrebbe considerare per sviluppare prodotti realmente inclusivi, non solo dal punto di vista dell’usabilità, ma anche sotto il profilo economico e strategico:

  • Il prodotto sarà utilizzabile da tutti?

  • Quali difficoltà potrebbero riscontrare gli utenti?

  • Che esigenze speciali o disabilità possono impedirne l’uso?

  • Quanto sarà più confortevole per tutti se accessibile e inclusivo?

  • Come possiamo integrare l’accessibilità senza compromettere il design?

  • Quali tecnologie o materiali possono migliorare l’esperienza d’uso per un pubblico più ampio?

  • Quali vantaggi competitivi può offrire un prodotto accessibile sul mercato?

  • L’accessibilità può rappresentare un valore aggiunto per il brand e la reputazione aziendale?

  • Come l’inclusività può ampliare il target di mercato e aumentare le vendite?

  • Quali sono i costi iniziali di progettazione accessibile rispetto ai benefici a lungo termine?

Parlaci del tuo progetto

Verso un nuovo paradigma del Product Design

L’evoluzione dell’accessibilità come driver di innovazione

L’evoluzione del Product Design si orienta verso un’integrazione sempre più raffinata dell’accessibilità e dell’inclusività. Innovare in tale ambito non equivale soltanto a soddisfare esigenze normative e sociali, ma rappresenta una strategia competitiva capace di generare valore aggiunto per le imprese e per la collettività. Il design inclusivo non costituisce una semplice tendenza, bensì un’autentica trasformazione radicale nella cultura progettuale.


Risorse e approfondimenti

Design for All e PNRR: Un’opportunità per un futuro Inclusivo

Design for All e PNRR

L’accessibilità e l’inclusione non rappresentano più soltanto obiettivi etici e sociali, ma sono diventati parametri strategici di sviluppo e innovazione. Il Design for All, quale metodologia progettuale fondata sull’inclusività e sull’usabilità universale, si configura come uno strumento essenziale per garantire che prodotti, servizi e ambienti siano fruibili dal maggior numero possibile di persone, indipendentemente dalle loro capacità fisiche, sensoriali o cognitive.

In questo contesto, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta un’occasione cruciale per la trasformazione dei territori e dei servizi pubblici secondo criteri di accessibilità, sostenibilità e innovazione. Con un budget complessivo di oltre 191,5 miliardi di euro, il PNRR prevede interventi mirati in molteplici ambiti, tra cui istruzione, mobilità, rigenerazione urbana, cultura e digitalizzazione, con un focus specifico sull’inclusione sociale.

Uno degli assi portanti del piano è rappresentato dalla Missione 5 – Inclusione e Coesione, che finanzia iniziative volte a ridurre le disuguaglianze e a garantire pari opportunità attraverso la riqualificazione delle infrastrutture e l’abbattimento delle barriere architettoniche. Questo si traduce in interventi concreti a favore della progettazione di spazi pubblici e privati più accessibili e fruibili.

All’interno di questo quadro, Rodighiero.Design for All si propone come partner strategico per enti pubblici, aziende e istituzioni interessate a sviluppare progetti coerenti con le linee guida del PNRR, attraverso l’applicazione rigorosa dell’approccio Design for All.

Servizi design for All
Design for All e PNRR - Rodighiero.Design for All - Partner, consulenza, architettura e design

Settori di applicazione e il nostro supporto tecnico


L’applicazione del Design for All nei progetti finanziati dal PNRR non si limita alla sola eliminazione delle barriere architettoniche, ma si estende a molteplici settori, favorendo un approccio globale all’accessibilità. Di seguito, analizziamo alcune delle aree chiave in cui il nostro studio può offrire competenze specialistiche.

1. Rigenerazione urbana e accessibilità degli spazi pubblici

Il PNRR destina risorse significative alla trasformazione delle città in ottica inclusiva, con progetti che riguardano la riqualificazione di aree urbane, spazi pubblici e infrastrutture di trasporto. Rodighiero.Design for All fornisce supporto nella progettazione di ambienti che rispettino le normative sull’accessibilità (DM 236/1989, UNI CEI EN 17161) e adottino un approccio integrato al Design for All, per garantire soluzioni che rispondano alle esigenze di tutte le persone, comprese quelle con disabilità motorie, sensoriali o cognitive.

2. Innovazione e digitalizzazione accessibile

Uno degli obiettivi del PNRR è la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e dei servizi per i cittadini. Tuttavia, l’accessibilità digitale è ancora una sfida aperta. Il nostro team può supportare enti e aziende nello sviluppo di interfacce, piattaforme e sistemi di comunicazione in linea con le direttive europee (Direttiva UE 2016/2102 sull’accessibilità web), garantendo una navigazione inclusiva per tutti gli utenti, compresi coloro che utilizzano tecnologie assistive.

3. Cultura e turismo accessibile

La Missione 1 del PNRR prevede investimenti nel settore culturale per favorire l’accessibilità ai musei, siti archeologici e spazi espositivi. Rodighiero.Design for All ha maturato un’esperienza consolidata nella progettazione di percorsi museali inclusivi, strumenti di fruizione multisensoriale e soluzioni per la comunicazione accessibile, contribuendo alla valorizzazione del patrimonio culturale in chiave Design for All.

4. Progettazione di prodotti inclusivi

Nel contesto della transizione ecologica e dell’innovazione industriale, il PNRR promuove lo sviluppo di prodotti e tecnologie sostenibili ed ergonomici. Il nostro expertise di product design affianca le aziende nella creazione di soluzioni accessibili e user-friendly, in conformità con gli standard internazionali, migliorando così la competitività sul mercato attraverso l’adozione di un approccio responsabile e inclusivo.

Con una metodologia scientifica e una profonda conoscenza delle best practice, Rodighiero.Design for All si pone come interlocutore privilegiato per tutte le realtà che intendono sfruttare i finanziamenti del PNRR per realizzare progetti di reale impatto sociale.

Consulenza design for All
Design for All e PNRR - Rodighiero.Design for All - Partner, consulenza, architettura e design

Come collaborare e sfruttare al meglio le opportunità del PNRR


Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta un’occasione unica per realtà pubbliche e private che desiderano investire in progetti accessibili e inclusivi. Tuttavia, per accedere ai finanziamenti e garantire la conformità ai requisiti previsti dalle normative europee e nazionali, è fondamentale adottare un approccio metodologico rigoroso e una visione strategica.

In questo contesto, Rodighiero.Design for All si propone come partner tecnico e consulenziale per accompagnare enti pubblici, aziende e studi professionali lungo tutto il processo progettuale. Le nostre competenze si articolano in diverse fasi operative:

Analisi e audit di accessibilità: valutazione delle condizioni esistenti e definizione di strategie di adeguamento per ambienti, prodotti e servizi in ottica Design for All.

Progettazione inclusiva: sviluppo di soluzioni innovative e accessibili nel settore dell’architettura, del product design e della comunicazione digitale.

Consulenza per bandi e finanziamenti: supporto nella predisposizione della documentazione tecnica necessaria per partecipare ai bandi di finanziamento previsti dal PNRR.

Formazione e capacity building: attività di aggiornamento professionale e sensibilizzazione sui temi dell’accessibilità e dell’inclusione per progettisti, amministratori pubblici e aziende.

Le amministrazioni e le imprese che intendono accedere ai fondi del PNRR possono contattarci per una prima consulenza gratuita, finalizzata a individuare le migliori strategie di intervento e le opportunità più adatte alle proprie esigenze.

PNRR – Documentazione ufficiale – Governo Italiano
Linee guida sull’accessibilità digitaleAgID – Agenzia per l’Italia Digitale
Osservatorio PNRR e disabilitàMinistero per le Disabilità
Normativa sull’accessibilità negli spazi pubblici UNI Ente Italiano di Normazione
Associazione Design for All ItaliaDFA Italia

Per maggiori informazioni o per valutare possibili collaborazioni, contattaci. Insieme, possiamo trasformare le opportunità offerte dal PNRR in progetti concreti e di valore per la collettività.

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L’abbattimento delle barriere architettoniche. La legge 13 e i risultati raggiunti dalla sua adozione

La Legge 13/89 in Italia rappresenta un pilastro fondamentale per l’abbattimento delle barriere architettoniche, mirando a garantire l’accessibilità, la visitabilità e l’adattabilità degli edifici a favore delle persone con disabilità. Questa normativa, emanata in osservanza dell’articolo 3 della Costituzione italiana, prevede una serie di prescrizioni tecniche per nuove costruzioni,  ristrutturazioni e adeguamenti. Con l’avanzare del tempo, la legge ha subito delle modifiche e integrazioni, volte a migliorare e aggiornare le disposizioni iniziali. Ad esempio, il d.m. n. 236 del 1989 ha stabilito le prescrizioni tecniche dettagliate per le costruzioni, e ci sono state anche delle revisioni legislative come disposizioni che permettono alle persone con disabilità di procedere autonomamente. In aggiunta alle prescrizioni tecniche, la legge prevede incentivi economici, sotto forma di detrazioni fiscali, per favorire l’adeguamento degli edifici esistenti alle nuove normative. L’attuazione di questa legge ha portato ad una maggiore consapevolezza dell’importanza dell’accessibilità e ha incentivato l’adattamento degli spazi abitativi e pubblici per renderli fruibili a tutte le persone, indipendentemente dalle loro capacità.

La Legge 13/89 e il successivo DPR 503/96 in Italia rappresentano le pietre miliari nazionali nell’eliminazione delle barriere architettoniche e nell’inclusione delle persone con disabilità. Mentre la Legge 13/89 ha stabilito i requisiti base per l’accessibilità nelle costruzioni, il DPR 503/96 ha introdotto regolamenti più dettagliati e specifici per l’adeguamento delle infrastrutture esistenti e la progettazione di nuove strutture, sia pubbliche che private, per garantire l’accessibilità e l’uso indipendente da parte di persone con disabilità. Le sinergie tra queste norme e le politiche europee, come la Strategia europea per la disabilità e la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (CRPD), sono evidenti. L’UE e i suoi Stati membri hanno l’obbligo di allineare le loro leggi interne con gli accordi internazionali che hanno ratificato. Questo significa che la legislazione italiana deve non solo rispettare i requisiti minimi stabiliti dalla propria legislazione nazionale ma anche adeguarsi agli standard internazionali.

Esaminando le sinergie in un contesto più ampio, un confronto con altri paesi potrebbe mostrare diversi livelli di progresso e approcci all’abbattimento delle barriere architettoniche. Alcuni paesi, ad esempio, potrebbero aver implementato norme ancora più stringenti o potrebbero aver integrato la tecnologia assistiva in modo più estensivo nelle loro infrastrutture. Altri potrebbero essere arretrati sia nella legislazione sia nell’attuazione, fornendo così un quadro di come differenti governi si attivano per rispondere ai bisogni delle persone con disabilità. Un confronto internazionale può rivelare best practices e approcci innovativi che potrebbero essere adottati o adattati in Italia o in altri Stati membri dell’UE. Inoltre, offre una prospettiva su come le diverse società si stanno muovendo verso l’inclusione totale e l’accessibilità, e quali sono le sfide comuni che tutti i paesi devono ancora affrontare.

Le critiche alla Legge 13/89, senza dimenticarne i benefici,  riguardano principalmente la necessità di un aggiornamento che rifletta le esigenze contemporanee. È stato suggerito che, piuttosto che concentrarsi solo sull’abbattimento delle barriere fisiche già esistenti, si dovrebbe adottare un approccio progettuale che elimini a priori le barriere, pensando a un’utenza più ampia e diversificata​. Il DM 236/89 fornisce linee guida dettagliate per la progettazione inclusiva, enfatizzando l’accessibilità, la visitabilità e l’adattabilità degli spazi. Tuttavia, c’è la percezione che tali leggi e normative possano portare alla creazione di ambienti che soddisfino i requisiti legali senza necessariamente considerare le esigenze individuali in modo integrato, specialmente per quanto riguarda le abilità e disabilità sensoriali, percettive​ e invece concentrandosi quasi esclusivamente sulla mobilità.

In una revisione ipotetica delle leggi e normative, sarebbe opportuno adottare un linguaggio normativo meno imperativo e più indicativo, che apra a una progettualità innovativa, espressiva e inclusiva. I nuovi riferimenti legislativi e normativi dovrebbero fungere da quadro orientativo, offrendo linee guida flessibili che stimolino soluzioni creative, considerando l’eterogeneità delle necessità funzionali e sensoriali degli utenti. Contestualmente, sarebbe essenziale implementare un meccanismo di valutazione adattabile, basato su parametri quantitativi e qualitativi, per apprezzare l’adeguatezza del progetto in relazione alla diversità delle condizioni umane, alle specificità del contesto ambientale e sociale. Un tale sistema dovrebbe permettere di bilanciare l’esigenza di standard di accessibilità con l’unicità dei requisiti espressi dai vari stakeholder che devono essere coinvolti nel processo, garantendo una verifica semplificata ma efficace dell’opera progettuale.

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